Sentire affermazioni in televisione da parti di importanti cariche dello Stato che sentenziano:” I responsabili saranno individuati, processati e puniti” rappresenta il massimo del populismo e della non conoscenza del problema. Per la carità… la scuola appena costruita o ristrutturata che crolla puzza di mafia, bustarelle ed intrallazzi, ma non è quello il problema principale.
Il nocciolo della questione sono i milioni di case private esistenti sul territorio nazionale che non sono state progettate e costruite per resistere ad un sisma.
Tra tutte queste le più vulnerabili sono o quelle degli ultimi due secoli che non hanno avuto adeguata manutenzione o quelle del boom edilizio post bellico, edificate in allegria ed in economia…
Le uniche case veramente antisismiche, salvo casi sporadici, sono quelle costruite con i dettami delle Norme Tecniche di Costruzione emanate con un DM del 2008.
Quindi il 70/80% del patrimonio edilizio Italiano non è a norma, e soprattutto non è in grado di resistere ad un terremoto di forte entità.
Va considerando che tutta l’Italia è a rischio sismico, pur con classi di pericolosità diverse.
Rendere antisismica un’abitazione non è né scontato, né facile, né economico.
Prendere atto di tutto ciò è consapevolezza, ovvero la grande arma che dobbiamo mettere in campo per limitare in futuro danni e perdite di vite umane.
La consapevolezza passa dalla conoscenza e dalla trasparenza.
Occorre attivare procedure e metodologie che informino dettagliatamente i possessori di abitazioni con più di 10 anni dei rischi che corrono.
E occorre soprattutto introdurre nelle compravendite e negli affitti una certificazione sismica, esattamente come è stato fatto alcuni anni fa con la certificazione energetica.
Si tratta molto semplicemente di far fare da un tecnico specializzato una valutazione statica delle strutture della casa e della sua capacità o meno di resistere ad un terremoto.
Chi compra o affitta saprà cosa lo aspetta.
Questa è consapevolezza.